Il coniglietto rosa.


Stanotte, mentre dormivo un sonno profondo, qualcosa ha cominciato
a disturbarmi.
Insistentemente, i pensieri mi saltellavano intorno!
Piccole mani, mi aprivano gli occhi!!

– Cosa volete?? Andate via! Vi prego!……Non ora!!!…..Ho sonno –

Mormoravo ancora addormentata!

Macchè, niente, continuavano a solleticarmi il viso, tirarmi i capelli!!

– Eccomi……cosa c’è ora??!!
Dormivo tanto bene……sognavo……..Cattivi, cattivi a farmi questo!!-

Gli occhi ancora ostinatamente chiusi, non volevano lasciare quel sogno,
che oramai, si stava allontanando irrimediabilmente!

Cosa potevano volere i ricordi??!!
Quale di loro aveva così urgenza di emergere??!!

Ho aperto glo occhi, arresa a quell’assalto inatteso.
La stanza nel buio, illuminata da una tenue luce lunare,
ammorbidiva i profili dei mobili, le poltroncine,
il tavolinetto col pc!

Ma……..cos’è quell’oggetto, non è di questa stanza……

Chiudo gli occhi, li riapro…….guardo meglio………..
d’improvviso capisco!!!!

E’ il mio conoglietto rosa!!!!!

Cosa è venuto a fare, mi chiedo?
Perchè è qui?!

L’unico modo per riuscire a scoprirlo, è lasciarsi andare nel tempo.

Il coniglio rosa, mi fu regalato da una zia, sorella più grande di
mia madre.
Una zia speciale, dove ogni volta che varcava la soglia di casa nostra,
tutto si trasformava in gioia!!
Lei non approvava la severità di mio padre.
Lui, per evitare discussioni, nel periodo della sua permanenza,
soprassedeva a tutte le regole…..!

Si può ben capire perchè era così amata.
Oltre ai piccoli doni, ci regalava allegria!

Il coniglietto era un pupazzo di plastica o celluloide ( erano i primi anni 60, sarà stata plastica dura??), ritto sulle zampine posteriori,
con una bella codina tonda, le zampette anteriori, aderenti al petto,
le orecchie diritte.

Alla base, c’era un’apertura, con dentro le caramelle alla frutta.
una volta terminate, la zia avvicinò il coniglietto alle labbra e,
dove c’erano le caramelle, ci soffiò tanti baci!

Lo richiuse e me lo porse, dicendo che il suo affetto, l’aveva messo lì
dentro, così il pupazzetto mi avrebbe sempre fatto compagnia col suo
affetto.

Guardavo con ammirazione il coniglietto, un cosino alto circa 15cm. o anche meno!
Lo portavo con me all’asilo, dalle suore di Santa Teresa del
Bambin Gesù.
Un asilo molto bello!
I banchi erano rosa per le femmine e celesti per i maschi.

L’aula si affacciava su un bellissimo giardino, pieno di fiori e tanto verde.
Nell’aula, sulla destra, vicino alla cattedra, c’era una bella vetrina
con tanti giochi in mostra!
Giochi che non potevamo toccare.
Ma donavano alla stanza un aspetto decisamente, ludico.

A me, non importava della vetrina, avevo il coniglietto nella tasca
del grembiulino.
Spesso lo stringevo, oppure, quando ci obbligavano a dormire con la
testina sul banco, lo abbracciavo serena.

Un giorno, mentre stavamo uscendo per andare in giardino, la suora
mi chiamò:
– Vitty, vieni un momento qui!…….Fammi un po’ vedere che cos’hai
in mano………bello!…….E’ un coniglietto?…..E’ tuo?……
Peccato che stamani dobbiamo fare dei giochi……..sai, potrebbero sciuparlo!……..Senti lo mettiamo qua dentro, così non si sciuperà!
……….Va bene? Poi lo riprenderemo.-

Io tenevo il coniglietto, stretto, contro il petto, cercavo di nasconderlo
con la mano, stringevo forte le dita……le sue furono più forti.
Con determinazione me lo tolse di mano, prese una piccola chiave dalla sua veste, aprì la vetrinetta, appoggiò il coniglietto su una mensola,
confuso fra una trottola, un’automobilina, una bambola, e richiuse!

Rimasi come stordita.
Il coniglietto era là, lo vedevo, era ancora caldo delle mie manine,
ma non poteva essere più lontano!!!
Un vetro, l’ottusità ci separavano.

Quanto restai con la mani appoggiata al vetro?
Non lo so.

Così come non so , perchè nessuno sia intervenuto per farmelo restituire!

Io aspettavo…..aspettavo di riaverlo.

Ma la vetrina, non fu mai più riaperta.

Col passare del tempo, la storia, credevo di averla dimenticata,
finchè un giorno, già sposata, con figli, passando dinanzi al
vecchio asilo, ho ricordato, come un lampo, il mio coniglietto rosa!

-Chissà se è ancora là dentro!-

Che voglia di suonare al portone , entrare e riprendermelo!
Prima o poi lo farò, ripeteva la mia mente,
prima o poi, ci torno, vedrai se non lo faccio!!!

Poi silenzio.
il coniglio era di nuovo sparito fra i ricordi.

Fino a stanotte!

Ed ho capito, è una riconciliazione!

Ora non voreei tornare in quell’asilo a riprendermelo!
Spero che la vetrina, sia stata aperta, tanto tempo fa, per un
bambino o una bambina, l’abbia potuto stringere con gioia fra le manine.

Questo è venuto a dirmi??!

Sì, coniglietto, ti lascio libero!
Non ti terrò più prigioniero dei miei ricordi.

E’ giusto che il mio sogno, venga preso per mano da un altro sogno!
Riferimenti: ciao, ciao, coniglietto!!

Autore: vittynablog

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12 pensieri riguardo “Il coniglietto rosa.”

  1. tanta dolcezza… penso che quel coniglietto ti abbia insegnato anche ad essere come la tua zietta con gli altri… non serve più… tutto l’affetto della zia è dentro di te come le caramelle… il coniglietto era quasi vuoto ormai… hai tutto dentro di te…

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  2. Non so bene cosa dire…….a distanza di tanto
    tempo, il suo pensiero mi fa ancora piangere!
    Per questo ne ho parlato.
    Tirandolo fuori dal mio cuore, spero diventi, oramai un dolce, non più doloroso ricordo!

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  3. Cara Vitty
    Ho avuto anch’io un coniglietto rosa a tre anni: non l’ho più ritrovato. Ho pianto credo per una settimana intera. Mia madre, me l’aveva comprato in Danimarca e non si è potuto trovarlo in Helsinki. Era il periodo di quando è stata scattata la foto che ho inserito nel blog.
    Quella bambina pensava ancora al suo coniglietto rosa. Mi piaceva perchè aveva un occhio scheggiato che curavo ogni giorno, con bende e cerotti. Ti sono solidale. W i coniglietti rosa.
    Un conigliesco bacio
    Fragmenta

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  4. C’era un bell’asilo. Banchi rosa e azzurri, un bel giardino. Una vetrina piena di giochi che i bambini non potevano toccare.E una bambina con un coniglietto di plastica. Una suora che prima cerca di convincere la bambina a darle il coniglietto, poi glie lo prende, praticamente a forza. Mai più restituito.
    Sei sicura anche adesso che era un bell’asilo??

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  5. Caro Italo, sì,la scuola di cui parlo, era veramente una bella struttura!!!
    L’ho frequentata, sino alla terza elementare, perciò, la ricordo bene!!
    Il vasto giardino, gli alberi ombrosi, le grandi scale, sovrastate da un occhio con la scritta
    ” Dio ti vede “! Che mi ha tormentato per anni!!!
    La scuola, è un po’ come il mondo, può essere bello, ma qualche volta, trovi qualcuno che, intenzionalmente o no, ti ferisce!!
    Un saluto affettuoso, vitty.

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  6. Vivere con un animaluccio, anche se di plastica, è per un bimbo un’esperienza unica, personalissima e pedagocica.
    Chissa quante confidenze con lui, evvero Vitty?
    Guai a quelle mani che si insinuarono nella tua fanciullezza!

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  7. Che bel ricordo! Anche la cconsiderazione che stà dietro! Mi è capitato in un paio di situazione di riesumare ricordi in questa maniera e cogliere il motivo per cui prioprio in quel momento ho avuto bisogno di ricordarmene e ti lascia una strana sensazione di leggerezza, di saggezza personale. Con un oggetto non mi è mai capitato, però: quando da piccolo facevo le astronavi col lego le lanciavo contro il muro per poterle rifare. Gli oggetti lasciano nel mio cuore quel che hanno fatto per me quando ci sono stati.

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