Oggi desidero parlarvi di due avvenimenti che mi hanno sconvolto per la loro immensa ingiustizia.
Leggendo i giornali come faccio sempre, sono venuta a sapere che Sono morti gli ultimi due militari di guerra nazisti superstiti condannati definitivamente all’ergastolo per l’uccisione indiscriminata di militari e civili italiani. E fin qui non ci sarebbe niente di strano, ma la cosa che mi ha fatto inorridire è che dopo regolare processo e regolare condanna all’ergastolo, i due ( come molti altri ) non hanno fatto un giorno di galera, continuando a vivere come se niente fosse. La Germania non ha mai concesso l’estradizione e non ha ritenuto ammissibile la pena.
Ma chi erano questi due nazisti? Uno è il centenario Karl Wilhelm Stark,accusato di vari eccidi commessi nel 1944 in varie località dell’Appennino tosco-emiliano
L’ex sergente Stark, inquadrato nella Divisione Corazzata ‘Hermann Goering’ della Wehrmacht, è stato condannato all’ergastolo per alcuni degli eccidi compiuti sull’appennino tosco-emiliano nella primavera del ’44, in particolare quelli di Civago e Cervarolo, nel reggiano, due borghi dove il 20 marzo furono trucidate complessivamente circa 30 persone, tra cui il parroco, e quello di Vallucciole, nell’Aretino, dove oltre 100 tra uomini, donne e bambini vennero uccisi per rappresaglia. Nel 2018 una troupe del Tg1 lo scovò nella sua abitazione in un sobborgo di Monaco: l’anziano, scambiando qualche battuta sull’uscio, disse che non poteva pentirsi di “una cosa mai fatta” e che il processo era stato “una farsa”.
L’ex caporale dei Cacciatori di montagna (Gebirsgjager), Alfred Stork è stato condannato per l’uccisione di “almeno 117 ufficiali italiani” sull’isola di Cefalonia, nel settembre 1943.
Stork aveva confessato in passato agli inquirenti tedeschi di aver fatto parte di uno dei plotoni di esecuzione attivi alla ‘Casetta rossa’, dove venne trucidato l’intero stato maggiore della divisione Acqui. “Ci hanno detto che dovevamo uccidere degli italiani, considerati traditori”, affermò. Una testimonianza, ricca di particolari agghiaccianti, che Stork si rifiuterà di ripetere in seguito ai magistrati italiani. Le fucilazioni andarono avanti dall’alba al tramonto: “I corpi sono stati ammassati in un enorme mucchio uno sopra l’altro… prima li abbiamo perquisiti togliendo gli orologi, nelle tasche abbiamo trovato delle fotografie di donne e bambini, bei bambini”. Stork ha sempre ignorato il processo italiano e non ha nemmeno impugnato la sentenza di primo grado: la condanna all’ergastolo è diventata così definitiva.
Peccato che nessuno dei due abbia mai fatto un solo giorno di detenzione ai domiciliari o di carcere.
Sono stati 60 gli ergastoli inflitti dalla magistratura militare italiana dopo la scoperta, nel ’94, del cosiddetto Armadio della vergogna, dove centinaia di fascicoli di stragi nazi-fasciste erano stati occultati nel 1960. Ma di fatto nessuno è stato eseguito, perché le richieste di estradizione o di esecuzione della pena nei Paesi dei condannati sono sempre cadute nel vuoto. Gli unici a espiare le condanne inflitte in questa stagione processuale sono stati l’ex capitano delle SS Erich Priebke, faticosamente condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, e il caporale ‘Misha’ Seifert, il ‘boia di Bolzano’, estradato dal Canada e morto durante la detenzione a Santa Maria Capua Vetere.
Io sono senza parole, perchè nella mia ingenuità, ho sempre pensato che una volta acchiappati, i responsabili di questi eccidi, sarebbero stati processati e puniti. Mi meraviglio della Germania che dopo tutto il male, l’orrore di cui si è macchiata, non abbia sentito il dovere di punire quegli assassini. Sono veramente addolorata e indignata per tutte quelle persone trucidate che non hanno avuto giustizia. Noi però non li dimenticheremo mai….onore ai nostri martiri!
Indignatamente vostra, vitty,
prova a rubare un pezzo di pane…
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Guarda lo dice anche il proverbio : Chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera.
E questo la dice lunga sulla nostra giustizia!!!
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Purtroppo la guerra ha le sue leggi. La forza non ha nulla a che vedere con la giustizia.
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Si è vero Cesare, la guerra ha le sua leggi. Però non credo esista una legge in cui si dichiara che è lecito rastrellare paesi per uccidere vecchi, donne e bambini. Questi sono eccidi non consentiti neppure dalle leggi delle guerre ai quali, una volta finita la guerra chi si è macchiato di quel crimine dovrà pagarla. Invece si è visto che non è stato così. Le condanne ci sono state ma non sono state eseguite. Intanto tutti quei morti trucidati, restano morti. La forza di quei tedeschi nazisti, è vero, non hanno avuto nulla a che fare con la giustizia.Si sono comportati per quello che erano e resteranno nella storia: assassini.
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Credo che in tutte le guerre ci sia chi si comporta così e non vengono neppure segnalati.
Nel ‘700 era considerato sleale sparare sugli ufficiali nemici e corretto sparare sui soldati… ma poi c’erano le cannonate. E poi le bombe e gli aerei. Poi la guerra chimica e batteriologica e infine la bomba atomica, finora usata soltanto dai “buoni”.
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Be’ Cesare su quello che scrivi si potrebbero riempire pagine e pagine di post. Vogliamo iniziare da Caino e Abele?
Qui si sta parlando di due nazifascisti che si sono macchiati di eccidi terribili. Acchiappati , processati, condannati all’ergastolo. Anche se la Germania non ha mai permesso la loro estradizione e non ha riconosciuto la loro condanna lasciandoli liberi di vivere come persone normali.
Questo è il vero scandalo!
Poi se ci guardiamo intorno di scandali su eccidi, bombe e altre atrocità simili sono all’ordine del giorno. Chi si dimentica i bambini siriani uccisi con un gas proibito? E gli orrori che produce Israele ogni giorno? Eh, ma di quello non se ne può parlare…si rischia di essere tacciati per terroristi.
Finiamola qua e onoriamo i nostri morti che hanno combattuto per noi, per regalarci quella libertà che non sappiamo usare tanto bene!
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questa gente ha anche ricoperto incarichi politici o militari, o amministrativi di una certa importanza prima di rendere l’anima al Signore Dio ….e come possiamo chiedere che la giustizia funzioni nel nostro paese… funziona con i deboli e i poveri che non possono permettersi di pagare buoni avvocati… e poi è meglio che sto zitto va… sono indignato quanto te…
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Ti ringrazio Salvatore per questa tua solidarietà nell’essere indignato per queste condanne non eseguite. Quello che non va giù è sapere che c’è stata una rete di persone che l’ha protette, ha procurato loro nomi falsi e un lavoro, facedoli così ricominciare a vivere come se non fosse mai accaduto niente. Spero solo che i loro sogni siano stati popolati dai visi e le cose orrende che hanno fatto!!!!
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Non ho parole , che tristezza! Vittoria, però ti dico grazie perché parlandone non si dimentica. Ti abbraccio 💚
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Grazie, mi hai detto una cosa molto bella che da’ un senso a quello che scrivo! ❤ Ti abbraccio anch'io!!!!
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Gli Stati si autoproclamano come gli unici validi amministratori della giustizia. Ma quella loro giustizia è ben poca cosa. La Giustizia vera è il contrario della loro.
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IN questo caso, la Giustizia italiana non è stata proprio considerata dalla giustizia Tedesca. Che poi avrei voluto vedere cosa avrebbbero fatto ( i tedeschi ) se i fatti erano invertiti….
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Ingiustizie che si ripresentano ciclicamente (guarda il caso Regeni) e che il tempo che passa non fa altro che stemperare e rendere sempre più labili.. io spero solo che questi assassini, rimasti in vita ed impuniti, abbiano un rigurgito di coscienza a rovinargli per sempre il sonno.
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Me l’auguro anch’io Franco. Purtroppo io non dimentico e non sono propensa a perdonare simili ecccidi. Auguro alla Germania, che prima o poi provi cosa vuol dire avere un piede sul collo che non ti fa rialzare… Sono seduta sull’argine del fiume….prima o poi passerà il cadavere del mio nemico….
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ricordo la visita a Reddipuglia
Il sacrario che in particolare ricorda tanti cognomi italiani caduti per noi
ad ogni nome c’è la risposta
PRESENTE
meditiamo gente
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Andrea, sono stata anch’io a Redipuglia e ancora sono sconvolta dall’immenso mare di croci bianche con la scritta Presente in ogni dove ! Che faceva rabbrividire.
No, non li dimenticheremo mai i nostri valorosi eroi.
Grazie per averli ricordati. ❤
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Avevo letto la notizia.
Ho anche visto al TG brevi interviste quando erano stati rintracciati, come “Liberi” cittadini.
“E’ una storia vecchia”, ha detto uno dei due.
Già.
Storia vecchia.
Bastardi.
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Si rimane basiti Andrea, nel sentire classificare certi eccidi come ” Fu una storia vecchia ”
Brutti bastardi, hai detto la parola giusta. Io ci voglio aggiungere il peggiorativo:
Bastardacci maledetti, speriamo che rosolino ben bene all’inferno!!!!!
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Diciamo che la giustizia non è di questo mondo? In ogni caso spero che ogni giorno vissuto non abbiano avuto pace per gli orrori commessi
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Almeno quello Romolo, sarebbe già qualcosa!!!!!
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Cara Vitty , tu giustamente scrivi — in questo post intitolato “Giustizia è Sfatta?” — che “dopo regolare processo e regolare condanna all’ergastolo, i due ( come molti altri ) non hanno fatto un giorno di galera, continuando a vivere come se niente fosse. La Germania non ha mai concesso l’estradizione e non ha ritenuto ammissibile la pena.”
Più che la giustizia, ritengo quella che viene stigmatizzata, o sfatta, sia la Politica: per fortuna la Giustizia, almeno nel nostro Paese, ancora funziona, e se qualche provvedimento non ci aggrada è solo perché essa opera “per acta”, e vuol dire che i documenti agli atti non le hanno permesso di decidere diversamente, tenendo pur presente che essa non è il Vangelo, ma le si avvicina abbastanza.
Nella fattispecie, dopo ‘regolare’ processo e ‘regolare’ condanna, le competenze della nostra Magistratura sono finite: il resto è “politica”, la competenza primigenia è stata rispettata con quella ‘regolarità’ che tu hai giustamente riconosciuto, indignandoti verso coloro che non hanno fatto rispettare le relative decisioni!
Okkei. E’ ciò che dure da oltre duemila anni, e già Sofocle ci lacerava col dubbio se avesse ragione Antigone oppure Creonte (da giovani abbiamo sempre parteggiato per la giustezza del comportamento di Antigone, mentre da adulti, suggestionati anche in parte da Hegel, abbiamo cominciato a prendere in considerazione la “real-politik” di Creonte)
Mi torna in mente, cito a memoria, pure la secca realistica risposta data durante le guerre ellenistiche dalle autorità ateniesi agli ambasciatori di una città sconfitta in guerra — i quali chiedevano che venissero mitigate le sanzioni imposte alla detta città in quanto, per la loro pesantezza sarebbero state terribilmente “ingiuste” – e cioè: “Qui si parla di politica e no di giustizia!”
Ergo, permettimi di spendere qualche parola ad adiuvandum del tuo ricorrente “regolare”, in favore della nostra Magistratura, che prima di pronunciarsi studia a fondo miriadi di atti, ma giudica pur sempre su un singolo caso, mentre la Politica deve porre a raffronto prima di operare miriadi di confligenti situazioni. E questo è un conflitto sul quale si sono spesi chilometri e chilometri di inchiostro.
Dico ciò perché ho sempre la sensazione che esistono al momento sempre più pungenti tentativi da parte di alcune autorità di delegittimare la Magistratura, sovrapponendo il concetto di Giustizia e quello di Politica, facendone un unicum, pur se si annoverano fra le file della prima delle pecore nere (non esiste però un gregge di sole pecore bianche e per un monaco non si perde un convento). Meno male che ancora la Giustizia dà ancora per nostra fortuna filo da torcere ai padroni del vapore, in quanto senza una magistratura, autonoma ed indipendente, per come precisa Montesquieu, non esiste civiltà.
La confusione dei ruoli è sempre da evitare, anche perché sui casi singoli è più semplice provare a pronuncirci.
Non a caso Foscolo la indica in una delle tre forze creative degli uomini, non più belve (“Dal dì che nozze e ‘tribunali’ ed are dier alle umane belve esser pietose”).
E un discorso di questo tipo in passato è stato enunciato, e qui ne riporto la sintesi, chiedendo scusa se questo mio commento è risultato risultato più lungo del solito (ma il tema mi ha conquistato)
A MARGINE DI UN DISCORSO
(Rodolfo Sabelli)
Per me ci salva oggi solo “Lei”:
in questo clima di sfiducia è
faro nella notte, e se sei
in buona fede ben ti accorgi che
la si contrasta in tutte le maniere,
segno che intercetta il malaffare,
le lobby che detengono il potere,
che sanno solo prendere e mai dare.
Si opera perché sua indipendenza
cessi . . . e più non renda vita dura,
a chi di qua e di là arraffa senza
decoro, e senza mai prendersi cura
del bene altrui . . . Non ci vuole scienza
per te se vedi in “Lei” . . . Magistratura.
Se la si delegittima sarà,
ahinoi, fine dei giusti. Tutto qua.
Mai manchi quindi nella società
rispetto per i giudici . . . Si sa
che senza questi avremo sol casino,
pure non abitando essi a Berlino. ( 1 )
(Cassandro)
( 1 ) “Ci sarà pure un giudice a Berlino”, diceva il mugnaio di Potsdam che, nel ‘ 700, opponendosi al sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, invano, a tutte le corti di giustizia germaniche per avere “giustizia”, volle arrivare a Federico il Grande. Quello tosto, quello di Prussia, il despota illuminato che suonava il flauto con Voltaire nel suo giardino a terrazzi.
Il mugnaio Arnold di Potsdam, non poteva più pagare le tasse perché le acque del mulino, unica fonte di reddito della sua famiglia, venivano deviate da un barone avido e senza scrupoli. La giustizia locale corrotta aveva condannato Arnold consentendo al barone di rubargli anche il mulino, ed i giudici d’appello avevano confermato la sentenza.
Ma il mugnaio e sua moglie Rosina reagirono portando la questione sino al tribunale di Berlino, dove altri magistrati corrotti gli diedero torto, sinché Federico il Grande, quale magistrato supremo, esaminò personalmente gli atti del processo, restituì alla coppia il mulino e condannò i giudici ingiusti al carcere ed a risarcirne i danni
http://www.molfettadiscute.com/ci-sara-pure-un-giudice-a-berlino/
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Caro Cassandro, ti ringrazio tanto per questo importante intervento. Addirittura una lezione di Giurisprudenza per difendere la nostra Magistratura ( che nessuno ha attaccato ) che ha lavorato benissimo facendo appunto il suo dovere fino in fondo. Ma c’hai fatto capire che l’ultima parola spesso spetta alla Politica…e qui ahimè mi viene da star male con tutto quello che ci passa sotto gli occhi!!!! Sappiamo bene che la politica scende a compromessi, anche quando non gli vanno….come per esempio capitò all’arcorese che accolse uno stalliere nella sua casa, giusto per mitigare i timori di rapimenti dei figli e pure gli attentati. Con la politica se si vuole e si può, toccando le corde giuste, si riesce ad ottenere ciò che si vuole. Quindi non la prenderei proprio come garanzia alla Magistratura.
Mi hai portato anche in esempiola tragedia Antigone, bellissima di Sofocle, scritta nel 441 a.C. Dove si dibatte da allora se s sia giusto seguire le leggi del cuore o quelle dello stato?
Questo perchè Creonte, la figlia di Edipo e nipote del re di Tebe,Creonte durante una battaglia in cui parteciparooni i suoi fratelli per conquistare il governo della città , li porterà purtroppo a uccidersi a vicenda. Una volta morti i nipoti salirà al potere lo zio Creonte, il quale stabiòirà che solo uno dei due fratelli, Etocle, avrà diritto agli onori funebri, mentre Polinice sarà lasciato insepolto e sbranato dai cani poichà considerato un traditore della patria.
La sorella non accetta questa imposizione di abbandonare il corpo del fratelloallo scempio dei cani, trasgredisce alla legge e di nascosto gli offre i riti che la sua religione richiede. Scoperta da Creonte, non nega il suo atto e viene condannata a morte.
Alla notizia della sua morte, però il figlio del re, Emone, promesso sposo di Antigone, si toglie la vita e dopo di lui anche la regina Euridice distrutta dalla perdita del figlio. Creonte rimane solo, sentendosi colpevole della morte della sua famiglia.
Anche se leggendo l’opera, possiamo tendere a vedere Creonte come l’antagonista e Antigone solo come l’eroina, nessuno dei due personaggi è completamente malvagio o completamente nel giusto. Antigone infatti si innalza in difesa della sua libertà, ma trasgredisce ad una legge impostagli dallo stato che tutti dovrebbero rispettare e mostra così di ritenersi superiore ed esente dalle regole. Creonte, invece, pur commettendo la crudeltà di mandare a morte una donna lo fa perché detenendo il potere ha il comito e il dovere di far si che le leggi vengano rispettate. Non può permettersi di essere tollerante ed è costretto a prendere decisioni come la condanna di Polinice e la sua successiva nei confronti di Antigone che possiamo considerare errate e tiranniche, ma che sono essenziali per far si che lo stato non cada nell’anarchia. Se non avesse punito i trasgressori, il popolo si sarebbe sentito legittimato a compiere qualsiasi crimine, vedendolo come debole e permissivo.
Ecco, questo è il dilemma che tormenta gli uomini da secoli e secoli. Bosogna assecondare i sentimenti o dobbiamo ubbidire alle leggi?
Nel caso dei due tedeschi condannati all’ergastolo non credo si sia posto questo dilemma. Se è vero che l’ultima parola spetta alla politica, allora sappiamo già di chi è la colpa. Non c’è stata la volontà di eseguire una condanna e se permetti, c’è pure stato un gesto di dispregiativo per l’Italia che li aveva condannati.
Io avrei voluto soltanto una parola di conforto e di ricordo per quei poveretti trucidati nella loro campagna, Allora se permetti per ricordarli come si deve, mi piace ricordare le parole del Calamandrei…parlano dell’importanza della Costituzione, ma anche delle vittime che ci sono state per ottenere la nostra Libertà:
”
Ora vedete, io ho poco altro da dirvi.
In questa Costituzione di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane.
Quando io leggo: nell’articolo 2 “L’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale” o quando leggo nell’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli”, “la patria italiana in mezzo alle altre patrie” ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini.
O quando io leggo nell’articolo 8 “Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge” ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’articolo 5 ”La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” ma questo è Cattaneo!
O quando nell’articolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate “L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, l’esercito di popolo, ma questo è Garibaldi!
O quando leggo all’articolo 27 “Non è ammessa la pena di morte” ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria!!
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!!
Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta.
Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.”
Grazie a te Cassandro, penso sia stato scritto un bellissimo pensiero sui nostri morti.
Non so se si sia capito ma sono molto patriottica e queste parole, mi commuovono fino alle lacrime.
Un caro saluto, da vitty.
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Già. Il mondo non è giusto. Però lo dico sempre anche ai miei figli. Quando nego loro qualcosa e mi dicono “ma non è giusto!” io rispondo “già, ma il mondo non è giusto”. Si, sono un mostro.
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Ma no, ci mancherebbe essere dei mostri solo perchè diciamo dei no ai nostri figli. Io ho sempre saputo che i figli si educano più col no che col si….anche per abituarli alle durezze del mondo. In più l’etimologia della parola mostro non è affatto male :
Etimologia voce dotta recuperata dal latino monstrum ‘prodigio’, derivato di monère ‘ammonire’.
Quindi puoi ritenerti un genitore perfetto!!!! 🙂 ❤
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